È un disordine endocrino molto frequente che interessa circa il 6% delle donne e crea molto disagio perché uno dei segni è la crescita dei peli. Anche le donne producono ormoni androgeni dal surrene e dalle ovaie; se essi sono in equilibrio con gli ormoni estrogeni si ha una normale femminilizzazione, se invece vi è una aumentata produzione di androgeni si manifestano i segni dell’iperandrogenismo.
Si tratta di ipertricosi (aumento di peli sottili e chiari nelle zone tipiche per la donna quali le estremità dove i fattori genetici sono predominanti), di irsutismo (aumento dei peli robusti e pigmentati nelle zone tipiche dei maschi quali il viso, le areole mammarie, la linea alba dell’addome, il dorso e la regione sacrale) o di virilismo (segni severi di mascolinizzazione come l’ipertrofia del clitoride, l’abbassamento del tono della voce, la riduzione della libido). Possono essere presenti anche alterazioni del ciclo, seborrea (pelle grassa, untuosa specie al viso) acne e alopecia dovuti alla aumentata produzione di androgeni secreti in eccesso più frequentemente dall’ovaio (sindrome dell’ovaio policistico) o meno spesso dal surrene (sindrome di Cushing, iperplasia congenita del surrene) o dalla assunzione di farmaci anabolizzanti e cortisonici.
Questi quadri causano grave disagio, specie alle giovani donne che vivono con ansia e depressione le alterazioni dell’aspetto fisico. Esse vanno tranquillizzate, perché dopo aver accertato con un accurato esame clinico, con dosaggi ormonali e con esami strumentali la causa dell’aumentata secrezione di androgeni si instaura una specifica terapia con ottimi risultati. I farmaci che l’endocrinologo può prescrivere sono gli estro-progestinici, gli antiandrogeni e alcuni farmaci utilizzati per il diabete. A complemento della cura si può fare ricorso a trattamenti cosmetici (cerette, depilazione, laser, sbiancamento peli, ecc..) sempre con il supporto del dermatologo.
Prof. Massimino D’Armiento
Ordinario di Endocrinologia
Università “La Sapienza” Roma