Il termine ipogonadismo maschile indica le manifestazioni cliniche e biochimiche della insufficiente secrezione degli ormoni sessuali maschili, di cui il principale è il testosterone, a cui si possono associare alterazioni della funzione riproduttiva.
L’ipogonadismo che insorge nell’adulto si manifesta con la riduzione del volume dei testicoli e, in minor misura, del pene, dei peli ascellari, pubici e facciali, ginecomastia, debolezza muscolare, aumento del grasso addominale.
Sono presenti disturbi della sfera sessuale come la diminuzione della libido e la disfunzione erettile ed anche malessere generale con facile affaticabilità, diminuzione della memoria, perdita di energia fisica con riduzione della massa muscolare, mutamento dell’umore con disinteresse per il lavoro e per le relazioni sociali.
Questi sintomi quando compaiono nell’anziano sono spesso sottaciuti e non riferiti per falso pudore venendo erroneamente attribuiti all’avanzare dell’età. Invece, l’accurata anamnesi, il dosaggio del testosterone che risulta ridotto e quello delle gonadotropine ipofisarie LH e FSH (che a seconda dell’origine dell’ipogonadismo possono essere aumentate o diminuite) ed eventualmente l’esame del liquido seminale permettono di porre la diagnosi di ipogonadismo. La diagnostica strumentale prevede l’ecografia testicolare e a volte la RM della regione ipotalamo-ipofisaria.
La terapia è finalizzata al raggiungimento e mantenimento di valori normali ematici di testosterone e si basa sull’ impiego di testosterone per iniezioni per via intramuscolare o per via transdermica con gel o cerotti. Quando il liquido seminale è alterato si ricorre al trattamento con gonadotropine. Questa terapia produce ottimi effetti sia soggettivi (benessere generale, aumento dell’energia, della libido, miglioramento dell’umore) che oggettivi (aumento della massa e della forza muscolare, diminuzione del grasso) e va monitorata con l’esame clinico e con periodici dosaggi del testosterone e delle gonadotropine. È necessaria anche la regolare valutazione della prostata e dell’emocromo per escludere che la terapia con testosterone possa provocare un aumento di volume della prostata o un aumento dei globuli rossi o aggravare la sindrome delle apnee notturne.
Prof. Massimino D’Armiento
Ordinario di Endocrinologia
Università “La Sapienza” Roma